Clicca sui titoli per espandere/chiudere le sezioni
NOTIZIE STORICHE
La città di Figline e Incisa Valdarno nasce l’1 gennaio 2014 a seguito della fusione dei Comuni di Figline Valdarno ed Incisa in Val d’Arno. La presenza umana nel territorio di Figline Valdarno si fa risalire al periodo denominato Villanoviano (XI-VIII secolo a. C.), quando sorsero piccoli villaggi; con lo sviluppo della civiltà etrusca, l’intero Valdarno Superiore fece parte delle lucumonia di Arezzo. Nel periodo Ellenistico (IV-II secolo a.C.) una piccola comunità si stanziò sul pianoro dei Cappuccini. Essa era dedita all’allevamento, all’agricoltura e all’artigianato. Figline appartenne ad Arezzo fino al I secolo a.C., le condizioni economiche furono buone, finchè l’Impero Romano rimase saldo. Alla fine dell’VIII secolo Figline passò sotto il dominio dei Franchi che vi introdussero il feudalesimo. Azzo edificò un castello nei pressi del luogo dove era sorta la Figline romana: intorno ad esso cominciò a svilupparsi il castello di Figline, che, agli inizi del XII secolo, era già un borgo florido e grande. I fiorentini assediarono il castello di Figline e, una volta entrati nel borgo attaccarono Castel d’Azzo e quanto aveva edificato Rodolfo II (1770). Nel 1198 il comune fu costretto ad aderire ad un’alleanza antimperiale. Da questo momento in poi Figline non ebbe più vita autonoma. In seguito a occupazioni e saccheggi venne edificata una cinta muraria che fu ultimata nel 1379. Si trattava di un poligono irregolare di sette lati, con venti torri e quattro porte: Fiorentina a nord, Aretina a sud, San Francesco ad est e Porta Senese a ovest.
Oggi rimane solo una porta, la Senese, chiusa nel 1730, mentre le altre furono abbattute per esigenze varie. A partire dal Quattrocento, Figline appartenne prima ai Medici e poi ai Lorena. Con il plebiscito del 1860 gli abitanti si dichiararono favorevoli all’annessione al Regno d’Italia. Nel 1863 venne ultimata la costruzione della ferrovia che collegava Firenze con Roma. Figline fu liberata dalle truppe tedesche alla fine di luglio del 1944. Nel secondo dopoguerra la popolazione risentì di una grave crisi economica che si risolse negli anni ‘70. Passata in breve tempo dalla miseria al benessere, Figline diventò meta sia dell’immigrazione interna che, dagli anni Novanta, di quella estera e del turismo.
INFORMAZIONIE E COLLEGAMENTI
Figline Valdarno ha festeggiato nel 2008 i mille anni dalla propria fondazione. La città si estende su una superficie di circa 70 km2 nella provincia di Firenze, nell’area denominata Valdarno Superiore. Gli abitanti della città – circa 17mila – si chiamano figlinesi. Il Santo Patrono è San Romolo di Fiesole e viene festeggiato il 6 luglio.
La città di Figline Valdarno si può raggiungere facilmente sia attraverso l’autostrada sia attraverso la rete ferroviaria. In autostrada si consiglia l’uscita A1 Incisa-Reggello per chi proviene da nord, per poi proseguire 8 km in direzione sud sulla strada regionale 69. Per chi proviene da sud, invece, è preferibile l’uscita A1 Valdarno, per poi proseguire per 10 km in direzione nord. In treno si arriva nella centrale Stazione FS, a circa 500 metri dal centro storico della città: i treni diretti da e per Firenze sono cadenzati ad ogni ora (circa 20 minuti da Firenze Santa Maria Novella), i treni locali transitano circa ogni 30 minuti (durata media di tragitto: 45 minuti da Firenze Santa Maria Novella). Per chi proviene da Arezzo la distanza è calcolabile in circa 40 minuti di percorrenza.
ITINERARI E MONUMENTI
Piazza Marsilio Ficino
Disegnata dai Fiorentini nel 1259 essa fu il luogo mercatale dell’intero territorio ed attualmente ospita il mercato ogni martedì. Sul lato nord si erge l’antico Ospedale Serristori fondato da Ser Ristori nel 1399; l’edificio attuale risale però al ‘600. Nei primi anni del XVI secolo fu impiantata la speziera interna e, verso la metà del XVIII secolo, cessò l’ospitalità dei pellegrini e il Serristori fu trasferito alla villa di San Cerbone (1890) dov’è ubicato attualmente.
Sotto il loggiato si trovano 4 lunette affrescate da Niccolò Lapi alla fine del ‘600; le opere, che presentano immagini sbiadite, illustrano i diversi momenti dell’Annunciazione a cui era dedicato l’edificio. Negli anni 30 del secolo scorso fu sottoposta ad un restauro che eliminò il loggiato superiore.
Posizione rispetto alla città: centrale
La Collegiata
Sul lato destro della piazza sorge l’antica Pieve di Santa Maria, la cui prima pietra fu posta nel 1257, elevata a Collegiata dal Papa Alessandro VI Borgia nel 1493. Essa subì numerosi interventi architettonici tra il XVII e il XX secolo. Originariamente aveva un campanile a vela sulla parte anteriore del tetto, abbattuto alla fine dell’Ottocento, mancava del timpano e prendeva luce quasi esclusivamente dalle finestre poste sulle fiancate. Agli inizi del ‘600 fu costruito l’attuale campanile.
I restauri più recenti del 1913 e degli anni ’30 ripristinarono radicalmente l’edificio con i lunghi finestroni laterali, la chiusura della porta sulla via Maestra e l’abbattimento dei troppo eleborati altari Seicenteschi.
L’interno, ad un’unica navata coperta a capriate, presenta resti di affreschi quattocenteschi, una bellissima pala d’altare trecentesca raffigurante la “Madonna col Bambino fra Angeli e Santi” riferita al cosiddetto “Maestro di Figline”, un’altra “Madonna in trono” con San Romolo che regge la pianta di Figline, datata 1539, ed infine un cinquecentesco fonte battesimale ottagonale con rappresentazione del battesimo di San Pietro. Nell’attiguo Museo Parrocchiale sono conservati due dipinti su tavola rappresentanti “Figure di Angeli” di Domenico Ghirlandaio e alcuni “corali miniati” del XV secolo; in una cappella si trova una “terracotta robbiana” raffigurante San Giuseppe.
Posizione rispetto alla città: Piazza Marsilio Ficino, centrale
Palazzo Pretorio
Usciti dalla Collegiata, imbocchiamo, a destra, vicolo Libri che ci conduce in piazza Bianco Bianchi, dove ammiriamo la cappella dei Caduti ed il retro del Palazzo Pretorio. La Cappella dei Caduti è costruita in pietra serena. È una costruzione del ‘300, fu ripristinata in stile neo medievale ad opera dell’architetto Cerpi dal 1924 al 1931 e restaurata nel 2001/2002. Nella parte alta della torre merlata si trova una campana del XIV secolo, avente in passato la funzione di chiamare all’adunanza i figlinesi. Il Palazzo presenta all’esterno gli stemmi di varie podestà.
Posizione rispetto alla città: Piazza Bianchi, centrale
Chiesa di San Francesco
La Chiesa di San Francesco sorge nel lato sud di Piazza San Francesco, costruita alla fine del XIII secolo in un stile intermedio tra il romanico ed il bizantino. Nei primi anni del secolo successivo fu deciso di aggiungere sulla facciata del tempio un pronao di quattro colonne per abbellirla. Solo nella seconda metà del Cinquecento fu innalzato l’attuale campanile. Negli anni 1929-1930 l’edificio fu totalmente restaurato dall’architetto Cerpi, che lo riportò all’aspetto originale eliminando le deturpazioni effettuate nel lungo periodo che va dal Settecento alla metà dell’Ottocento.
All’interno della Chiesa troviamo gli affreschi di Francesco D’Antonio raffiguranti “San Francesco”, ”L’Annunciazione”, “L’Incoronazione della Vergine” e la “Crocifissione”. Le quattro opere formano un ciclo pittorico avente lo scopo di far conoscere ai fedeli in che modo Dio realizzò la salvezza dell’Uomo. All’esterno, la Chiesa si presenta in stile gotico avente la struttura in pietra. Dinanzi alla chiesa si trova un agile porticato ad arcate su esili colonne, alcune delle quali a sezione ottagonale, e sotto ad essa, addossato alla facciata, un tabernacolo gotico che accoglie all’interno una trecentesca “Madonna col Bambino”.
Posizione rispetto alla città: Piazza San Francesco, centrale
Villa Casagrande
La Villa Casagrande risale alla fine del 1300, fu costruita da un notaio fiorentino, Ser Ristoro, venuto a Firenze nel 1384 e divenuto notaio della Signoria. I suoi dicendenti dettero alla repubblica dieci gonfalonieri e 27 priori che militarono nel partito dei Medici. Ne è testimonianza il portico dove sono stati raccolti, con cura, molti ricordi importanti per la famiglia Serristori: iscrizioni, frammenti originali o fedelmente riprodotti; e più specialmente stemmi di vicari, commissari, potestà, capitani che ancora oggi, nei vari Palazzi Pretori della Toscana, attestano i servizi resi dai Serristori alla Repubblica. La Villa fortificata dei Serristori divenne immediatamente luogo di incontro di artisti e filosofi. Infatti, proprio nella Villa Casagrande, il famoso umanista Marsilio Ficino, impartiva le sue lezioni ai Serristori ed all’alta aristocrazia agli albori del Rinascimento. La Villa Casagrande non ospitò soltanto artisti e letterati, fu anche sede di incontro di grandi personalità, come Papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, dal quale ebbe il privilegio di aggiungere al proprio stemma la palla gigliata di casa Medici con le sigle L. X.. Ospitò tra gli altri Carlo VII di Borbone, Re delle due Sicilie, poi Carlo V Re di Spagna ed infine il Principe M. Josè durante la loro luna di miele. La Casagrande, vasto e caratteristico edificio con ampia e austera chiostra di stile così puramente toscano, è recintata dalle mura guelfe e dall’alta e massiccia torre. Nel giardino all’italiana, che si stende come un soffice tappeto intersecato da grigie stradicciole orlate da siepi di bossolo recinto da neri cipressi, vi sorge in mezzo, esile e sottile, una colonna di pietra con sopra una croce, che dà a quel luogo quasi l’aspetto di un chiostro solitario. Il piano nobile della Villa rappresenta un gioiello artistico di valore assoluto.
Posizione rispetto alla città: via Castelguinelli, centrale
Teatro Garibaldi
Il teatro fu costruito a ridosso delle mura medievali di Figline Valdarno nei pressi di Porta Fiorentina per iniziativa dell’Accademia dei Risorti e su progetto dell’architetto Angelo Pierallini e fu inaugurato nella primavera del 1871 con l’Ernani di Giuseppe Verdi.
L’Accademia, trasformatasi dal 1879 in Accademia dei Concordi, ha continuato a gestire il teatro fino al secondo dopoguerra garantendo sempre una intensa attività lirica con allestimenti di livello nazionale. Dopo aver subito vari danni e rimaneggiamenti sia prima che durante il secondo conflitto mondiale, il teatro nel 1957 cessò la sua attività e fu ceduto dall’Accademia. Dopo averne acquistato la proprietà nel 1979, l’Amministrazione Comunale di Figline Valdarno nel 1983 ha avviato un consistente piano di recupero della struttura che è stato inserito nel Progetto Regionale FIO-Teatri. Grazie a questi lavori, il teatro ha ripreso la sua attività nel 1995 riproponendosi come una delle strutture teatrali più importanti del Valdarno superiore. La capienza del Teatro Garibaldi è di 490 posti, suddivisi in 240 nei palchi/galleria e 250 in platea.
Posizione rispetto alla città: Piazza Serristori, centrale
Villa San Cerbone
La villa, di origine quattrocentesca, dal 1890 ospita lo Spedale Serristori. La facciata secentesca si apre su un corridoio lungo il quale sono poste alcune lapidi a memoria delle visite eccellenti. La cappella delle monache conserva l’Annunciazione, tela giovanile di Ludovico Cardi, detto “il Cigoli”, databile al 1580. Nel refettorio è conservata anche una piccola tavola con l’Ultima Cena di Giorgio Vasari. All’interno della villa si trova un’interessante serie di albarelli, vasi di maiolica, ampolle e boccette di vetro, appartenenti all’antica Spezieria, istituita fin dal 1523, e vi si conserva anche una piccola tavola della Vergine col Bambino datata 1399, che è valsa il nome convenzionale con cui si identifica il suo autore, Maestro di Figline.
Posizione rispetto alla città: a 1 km dal centro
Pieve di Gaville
La Pieve, una costruzione romanica riferibile alla seconda metà del XII secolo, tuttora testimonia, nella grandiosità e ricchezza delle sue forme, l’importante ruolo da essa svolto nell’organizzazione ecclesiastica e civile del Medioevo. È a tre navate divise da valichi su pilastri e colonne e concluse da una sola abside. Una robusta torre campanaria è a lato dell’edificio, il cui interno mostra, nei capitelli e nelle cornici dei pilastri, tutta una serie di decorazioni scolpite nella pietra (motivi geometrici, figurazioni umane e bestiali). Tra i dipinti conservati sono da citare una tavola di Bicci di Lorenzo raffigurante “San Cristoforo” ed una ”Annunciazione” di scuola ghirlandaiesca.
Uscendo, nei locali della canonica, possiamo visitare il Museo della Civiltà Contadina, attivo ormai da trent’anni e conosciuto in tutta Italia ed in Europa per le sue iniziative e le continue relazioni con Musei similari.
Posizione rispetto alla città: in località Gaville, a 3 km dal centro
FIERE E SAGRE
Palio di San Rocco
Il Palio si svolge la prima settimana di settembre per le strade del centro storico di Figline Valdarno e consiste in tre prove che devono essere superate nel modo migliore da tutte e quattro le contrade della città.
La prima sfida consiste in una sfilata in costume con annessa la rievocazione storica; vincerà la contrada che ha organizzato la rappresentazione più bella; la seconda prova consiste nel tiro alla fune, mentre la terza e decisiva prova consiste in un’antica gara tra cavalieri a cavallo che devono infilare la lancia in un anello legato ad una sagoma. La contrada che supererà nel migliore dei modi tutte e tre le prove vincerà il palio.
Giostra Cavalleresca
È ormai diventata una tappa irrinunciabile delle manifestazioni cittadine del mese di giugno, che si celebra in un momento importante della stagione turistica e pertanto rappresenta un ulteriore possibilità per Figline Valdarno di essere conosciuta e apprezzata per le sue risorse culturali ed artistiche.
La Giostra è il simbolo di una tradizione antica che si perpetua con orgoglio ed entusiasmo attraverso l’opera delle quattro Contrade Cittadine e degli Sbandieratori dei Borghi e Sestrieri Fiorentini.
Autumnia
Fiera agroalimentare con esposizioni di razze animali locali, quali il pollo del Valdarno, i bovini di razza chianina, il maiale di cinta senese e gli ovini.
I temi portanti della manifestazione sono costituiti dalla promozione delle produzioni alimentari locali di qualità, miele, olio, vino, salumi, legumi e dalle problematiche ambientali. La manifestazione si svolge nel centro della città la prima settimana di novembre ee prevede una serie di iniziative collaterali che interessano esperti del settore dell’alimentazione, dell’ambiente e dell’agricoltura, ma anche buongustai in cerca di prodotti tipici provenienti da varie regioni dell’Italia. Nel 2024 Autumnia si terrà dal 8 al 10 novembre.
CUCINA E DIVERTIMENTO
Cucina
Il piatto tradizionale della cucina figlinese è la “Nana (anatra) con i sedani”, preparato solitamente in occasione delle Feste del Perdono (Prima settimana di settembre),
Divertimento
Il centro di Figline Valdarno è ricco di bar e osterie nella quali trascorrere piacevoli serate, sorseggiando un buon bicchiere di vino e ascoltando buona musica. A pochi passi dal centro, in via Roma, c’è il Cinema-Teatro Salesiani.